Chi Siamo
Rosamaria
da piccola voleva fare la pasticcera, la libraia e la studiosa di cose antiche. Oggi si occupa di diritto, valori etici, innovazione culturale e responsabilità sociale d’impresa. Da sempre ama il mare, l’arte e la poesia ed è affascinata dal vino, dall’olio e dal lievito madre. Ha viaggiato molto in aereo e ha amici sparsi in tutto il globo. Vive ora tra Roma, la Calabria e la Sicilia e ha barattato l’aereo col treno, ma non ha ancora imparato come partire senza lacrime.
Silvia
vive da poco a L’Aquila per amore, ma custodisce nel suo cuore il legame con la Città Eterna. Da piccola organizzava spettacoli di teatro e avrebbe voluto fare l’attrice, anche se si dilettava di cucina e ricamo siciliano. Oggi è mamma felice e si occupa di diritto e di progetti innovativi d’imprenditoria femminile. Le sue radici siciliane e calabresi le danno una grande nostalgia del suo Sud, dove le sembra di tornare sempre troppo poco.
Domenico
dalla Sicilia si è spostato a Milano per studio per poi scendere negli anni per lavoro sempre più a Sud fino a fermarsi a Malta. Da piccolo amava la storia e la statistica, oggi lavora in ambito finanziario internazionale, ma non ha mai rinnegato le sue prime passioni che continua a coltivare. Ha imparato a cucinare eccellentemente il ragù e le patate al forno e se non fosse per sua moglie si nutrirebbe solo di quello.
Il Progetto
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P.A.T.H. è un progetto-percorso culturale di turismo responsabile e relazionale a tutto tondo che nasce dall’iniziativa di tre fratelli siciliani che - sparpagliati per studi universitari e poi per lavoro tra Roma, Milano e l’estero - ereditano dal nonno paterno anche l’amore per la Calabria e decidono di acquistare e ristrutturare - valorizzando e rispettando i materiali originari che vi erano e si sono potuti recuperare - una delle prime case storiche (dette “Casette”) di San Ferdinando, paese natale del nonno, collocata all’interno del tessuto urbanistico centrale, e di aprirla ai turisti.
Una casa storica - col suo carico emozionale di vita vissuta - fatta rinascere rispettandone l’originale identità e la memoria calabrese. Una casa ospitante che, nel suo saper coniugare armonicamente tradizione e modernità, diventa un luogo per il visitatore dove la mente si rilassa e, immersa nella preziosa essenzialità, riemerge il lento ritrovarsi, il lento conoscersi, la vita semplice. Ma anche una casa dove un paese ritrova il suo centro, la sua bellezza, la sua anima, la sua storia. San Ferdinando infatti è detto in zona “Li Casetti” per la presenza di questa tipologia abitativa particolare.
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Il Progetto inizia il suo percorso nel 2015 e una delle sue fasi più critiche riguarda il recupero e la ristrutturazione dell’immobile individuato, in condizioni originarie di semi abbandono. L’obiettivo è quello di moltiplicare il coefficiente attrattivo di San Ferdinando e della zona circostante - e della Calabria in genere - partendo dall’antico concetto di ospitalità meridionale: trasmettere memoria guardando al futuro con un modello innovativo di turismo responsabile e lento che poggi sul recupero e la valorizzazione urbanistica (secondo canoni di bellezza e rispetto), delle tradizioni, relazionale e paesaggistica, artistica e culturale. Un progetto integrato e organizzato a 360° che realizzi un percorso di rinascita virtuoso dei luoghi e delle comunità e che valorizzi, rispetti e difenda ciò che di bello c’è.
La seconda fase del Progetto inizia nel 2020 e vede la creazione di una rete di persone, produttori, strutture, servizi, associazioni, istituzioni in grado di condividere una visione, una metodologia, una carta etica e comportamentale che risponda agli stessi criteri e allo stesso obiettivo.
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P.AT.H., percorso in inglese, ma anche acronimo di PEOPLE (persone, comunità), ART (arte, cultura), TERRITORIES (territori, luoghi), HERITAGE (tradizioni, artigianato).
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La caparbietà nel raggiungere questo sogno è stata (e continua ad essere) l’unica leva motivazionale e determinante che ha fatto superare ai tre fratelli i numerosi ostacoli incontrati fino ad oggi.
P
A
T
H
La Carta del Turismo lento e responsabile
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Siamo convinti che uno sviluppo autentico debba poggiare su quattro pilastri: bellezza, cultura/tradizione, rispetto, scambio.
Motivo per cui, parlando di turismo, riteniamo che l’unico turismo in grado di portare vero sviluppo al territorio sia quello responsabile.
Intendiamo per turismo lento e responsabile quello rispettoso, sostenibile e consapevole.
Rispettoso dell’architettura storica, delle tradizioni e culture locali, del paesaggio e dei paesi e comunità ospitanti.
Sostenibile, cioè capace di soddisfare le necessità dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie.
Consapevole perché in grado di promuovere la cognizione dei luoghi della quotidianità affermando e valorizzando il genius loci dei posti che abitiamo, ripartendo dalla cura e dal rafforzamento del legame tra bellezza, abitanti e territorio.
Fare turismo lento e responsabile significa anche essere consci delle conseguenze delle proprie azioni che implica la disponibilità a modificarle, ove tali azioni avessero conseguenze negative.
Per questa ragione riteniamo che fare turismo lento e responsabile sia un impegno che debba essere preso, in primo luogo, dai turisti, dagli operatori turistici, dai fornitori di servizi e dalle istituzioni pubbliche.