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Perché San Ferdinando

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© Raffaele Gaetano

San Ferdinando è in posizione strategica per scoprire la Calabria. Adagiato sulla costa tirrenica e ricco di potenzialità, con una storia recente ma intensa, piccolo ma con grandi sfide davanti, è specchio di un sud vero e accogliente, capace di rinnovarsi sempre e nonostante tutto.

12 ragioni, tra le altre, per cui vale la pena conoscerlo.



E' stato presentato il progetto della nuova visione urbana, culturale e sociale per lo sviluppo di San Ferdinando che ruota intorno all’idea di risorse, anche economiche, e spazi come beni comuni (cd. new commons) che, coinvolgendo la comunità, promuovono la cooperazione culturale, l’inclusione e l’assistenza reciproca.


Il progetto, col patrocinio del Comune di San Ferdinando, nasce dalla collaborazione tra l'associazione culturale Disìo - che ha pensato di promuovere un progetto di rigenerazione onnicomprensiva che riuscisse a valorizzare il patrimonio civico e a restituire senso di appartenenza e sviluppo di capitale umano e sociale - e Architensions Studio di New York - di cui fanno parte prestigiosi architetti, designer americani e professori della Columbia University New York - che da tempo sta focalizzando la sua ricerca sul ruolo etico dell’architettura che mette il cittadino e i suoi bisogni al centro.


Il masterplan è una linea guida attraverso la quale si possono analizzare e isolare i reali bisogni dei residenti per offrire nuove opportunità a chi vuole partecipare alla vita di San Ferdinando e a chi vuole stabilirsi in questo territorio ricco di risorse invece di partire. Le risorse di San Ferdinando sono da ricondursi al suo territorio e alla sua conformazione: 1) l'acqua (mar Tirreno e fiume Mesima) - attraverso la quale si possono stabilire relazioni sociali e dinamiche economiche; 2) le campagne - storicamente al centro dello sviluppo e sostentamento economico del paese. L’agricoltura oggi costituisce un elemento centrale nella creazione di un’economia circolare che sostiene in modo diretto i cittadini e la forza lavoro di San Ferdinando; 3) vuoti urbani ed edifici in disuso - intesi non come un elemento negativo del tessuto urbano, ma come un elemento di forza per lo sviluppo di San Ferdinando. Sono spazi non occupati, pieni di promesse e possibilità, spazi attivati politicamente, luoghi per la riappropriazione dei propri diritti e della propria identità necessari alla coesione sociale di cui ha bisogno San Ferdinando, luoghi dell’uguaglianza dove la popolazione locale si fonde con i nuovi residenti; 4) le istituzioni - hanno un ruolo centrale nella promozione dei “commons”. Le istituzioni esistenti dovranno collaborare con quelle di nuova creazione per rigenerare la cultura del luogo. Il progetto prevede la creazione di un polo multiculturale che possa sostenere la cultura locale fondendosi con le culture dei residenti temporanei creando occasioni di aggregazione interculturale.


Le aree principali di progetto prevedono il ridisegno del lungomare, strutture di supporto all’agricoltura, edifici cooperativa per abitazioni ed edifici per la cultura. Il lungomare si trasforma in un asse longitudinale con attrezzature sportive, piazze, strutture di supporto alla balneazione, giardini pubblici, caffè e ristoranti. Il polo culturale si stabilisce nell’area compresa tra la piazza e via del Mercato, occupando un vuoto urbano al centro della città che torna a servire i cittadini. Le strutture di supporto all’agricoltura e il mercato si collocano sugli assi viari della Provinciale Nord ed Est, mentre l’edificio abitativo occupa un vuoto urbano su via Rimessa, dove oltre a creare abitazioni, una piazza di nuova progettazione costituisce un nuovo punto di aggregazione per tutto il quartiere. Il progetto prevede inoltre la ricucitura di tutte le zone perimetrali tra la città e il grande porto commerciale di Gioia Tauro a sud.


L’obiettivo finale di questa visione rigenerativa è quello di sperimentare come anche in territori abusati possa essere riportata armonia e bellezza che faccia da collante tra passato, presente e futuro, e come la rigenerazione urbana possa servire sia per sviluppare strategie esemplari e ripetibili idonee all’integrazione spaziale e temporale delle comunità locali e stagionali sia per migliorarvi effettivamente la qualità di vita, con la persuasione che solo se vi è un’idea pensata e condivisa con il resto della comunità che vive il e nel territorio, quest’ultima poi ne possa diventare custode e promotore.


Le prime azioni concrete del progetto avverranno nel 2023 al "Visioni Collettive Festival". Non vediamo l'ora!


Photocredits Architensions


Visioni Collettive Festival è un progetto di Disìo



 

Link:

San Ferdinando (RC): dal 19 al 23 luglio 2022

A cura dell’associazione culturale Disìo col patrocinio del Comune di San Ferdinando

Con la partecipazione di

- Università della Calabria, Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra

- Associazione Caretta Calabria Conservation

- Associazione Mare Pulito Bruno Giordano

- Giovanni Laganà, fotografo subacqueo

Presso la Sala Consiliare del Comune di San Ferdinando, piazza G.Nunziante n. 1


L’associazione culturale Disìo presenta l’evento “L’arte del gyotaku per San Ferdinando e il suo mare. Un pesce di nome ‘Nando” attraverso il quale, grazie alla disponibilità degli artisti Elena Di Capita, Michael Rotondi e Anna De Noia, verrà donato alla comunità un gyotaku del pesce pettine.

L’opera, rappresentativa della bellezza e specificità della fauna marina locale, sarà il simbolo al contempo della bellezza del mare calabrese, e di San Ferdinando in particolare, e della lotta civica

per mantenerne la sua meraviglia e specificità.

Il gyotaku è una tecnica di stampa naturale giapponese risalente alla metà del XIX^ secolo che, usata inizialmente dai pescatori per testimoniare le proprie catture, finì poi per evolversi come tecnica artistica vera e propria.

Proprio per il modo in cui si realizza, quindi, il gyotaku è la forma d’arte più indicata per vedere e toccare con mano la fragilità e la bellezza del mare di San Ferdinando: l’ “impressione” sulla delicatissima carta di riso di un pesce tipico di questo tratto di costa (il pesce pettine detto in dialetto “pesce surice”) vuole suscitare così indirettamente una riflessione sulla sua meraviglia, sul

suo stato di salute e, quindi, su quanto ognuno può fare per preservarne splendore ed equilibrio.

Il pesce di nome ‘Nando verrà realizzato dall’artista Elena Di Capita durante la sua permanenza a San Ferdinando; successivamente verrà animato dal prof. Michael Rotondi e dalla sua allieva Anna

De Noia e, in qualità di rappresentante di tutti i pesci di questo tratto costiero, accompagnerà la comunità nella sua battaglia civica a difesa del proprio mare.

L’evento è anche occasione per riflettere sul ruolo dell’arte che lavora ad un progetto comune non

solo creativo, ma di difesa della bellezza dell’ambiente.


Elena Di Capita (Chiavari, 1985), in arte Gyotaku Levante, studia arte a Chiavari, restauro a Brescia e Beni Archeologici all’Università di Genova. Ha lavorato come restauratrice ed archeologa in Italia, Yemen, Oman, Emirati Arabi Uniti, Francia. A seguito della nascita del figlio, scopre l’arte del gyotaku e apre il suo studio a Lavagna (GE). Membro del Gyotaku Art Takuseikai Europe, ha insegnato gyotaku a Zanzibar mediante un progetto femminile con l’associazione turca Umutsensin. Ha esposto a Siena e Rennes (Francia).


Michael Rotondi (Bari, 1977), passa l’infanzia e l’adolescenza a Livorno, ora vive e lavora a Milano dove è, tra l’altro, docente di Discipline e Laboratorio Multimediale al liceo artistico di Brera di Milano e docente di Arti Visive allo IED “A.Galli” di Como. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze partecipa a numerose mostre collettive e personali. Tra le collettive si ricordano: Biennale di Praga, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Villa Reale di Monza, Biennale di Teheran, Palazzo Reale di Milano, Manifesta 12 Palermo, PAV Torino; ha esposto anche a Berlino, Valona, New York. Tra le personali si segnalano mostre a Mumbai, Varsavia, Lissone MAC, Milano, Napoli. E’ stato finalista al Premio Arte Laguna e al Premio Cairo. Dal 2009 porta avanti un progetto sul disegno chiamato “Sto* disegnando !!!” da cui è nato un libro nel 2011. Fa parte del gruppo Wurmkos. E’ stato pubblicato su diversi libri specifici. Nel 2019 espone insieme a Wurmkos al Museo del ‘900 a Milano per il progetto sociale e performativo MIABITO da cui ne nasce una pubblicazione distribuita in tutta Italia. Nel 2020 è la volta di #io_manifesto progetto pubblico clandestino e collettivo di denuncia sociale degli spazi cittadini in disuso.

Nel 2021 un progetto di arte pubblica dal nome 140x140 a Livorno, un’installazione al Sacro Monte di Varallo ed un lavoro parietale in Sicilia nei comuni delle Madonie firmato OblogoestoRounds, pseudonimo urbano di un tavolo di lavoro condiviso per operazioni di arte pubblica. Nella sua ricerca inserisce lavori multimediali in dialogo con altri media; la sua indagine avanza tra il supporto che cambia, la mostra intesa come unica opera d’arte e un’esperienza collettiva e di condivisione su un piano di lavoro laboratoriale.


Anna De Noia (Milano, 2005), vive e studia a Milano. Allieva del liceo artistico di Brera di Milano, indirizzo audiovisivo e multimediale.



 

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© Raffaele Gaetano



San Ferdinando è facilissimo da raggiungere perché dista solo 10’ di auto dalla stazione ferroviaria di Rosarno, 12’ di auto dall’imbocco dell’autostrada A2 SA-RC, 46’ di auto dall’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e 48’ da quello di Reggio Calabria. In 30’ di auto si arriva a Tropea o a Scilla o a Pizzo. In 25’ di auto a Palmi. E se vuoi esplorare il versante ionico in soli 37’ di auto ci arrivi senza problemi. Anche l’Aspromonte dista solo 36 km.